L'artista friulana Milena Miculan predilige proprio questo mezzo esecutivo, il pastello secco, per narrare i suoi paesaggi che assomigliano più a luoghi dell'anima che non a posti reali, o comunque a frammenti visivi filtrati dalla sua sensibilità, dal suo approccio poetico nel percepire ciò che ruota intorno a sé e che lo sguardo coglie; unisce la meraviglia dei panorami incastonati nella sua memoria, molto vicini allo stile del Romanticismo per quel suo cogliere la grandezza della natura, dell'acqua e del cielo che contribuiscono ad accogliere l'uomo facendogli al tempo stesso percepire la sua caducità, il carattere temporaneo e fugace della sua esistenza che viene sottolineata dalla presenza perpetua e dal costante ripetersi e avvicendarsi delle stagioni e dei fenomeni atmosferici. Ma lo sguardo della Miculan non indugia solo sull'immensità della natura bensì va oltre e ne fa fuoriuscire il lato più dolce, quello che non può fare a meno di legarsi ai ricordi e di entrare a far parte dello scrigno emotivo dell'individuo il quale, che ne sia consapevole o meno, si rivela indissolubilmente legato alle immagini intorno a sé, a quei frammenti di memoria in grado di emozionarlo perché avvolti nel suo mondo intimo. La serie di lavori intitolata Visioni d'intorno è legata alle percezioni che l'ambiente circostante infonde sull'interiorità dell'artista, suscitandole riflessioni, pulsioni intense che trapelano da quei paesaggi intensi ma soffusi, terrestri eppure lunari, rasserenanti ma anche densi di turbamento proprio perché la sfera emozionale non può essere governata dalla ragione; nella tela Dämmerung (Crepuscolo) l'impressione è di trovarsi davanti a un epilogo, metaforicamente rappresentato dalla fine di un giorno ma che può anche raccontare il punto di vista di Milena Miculan sul corso della vita, su quel dover necessariamente accettare tutto ciò che è inevitabile e proprio da quella svolta ricominciare un nuovo cammino. Il timore di affrontare il buio spesso deriva dal bisogno di restare ancorati alle certezze, malgrado spesso non ci soddisfino, così l'individuo tende a preferire restare sul proprio percorso rischiando di non scoprire mai ciò che potrebbe esservi oltre la collina, seguendo quella luce che permane perché segna un nuovo inizio; la capacità di intravedere la luce piuttosto che concentrarsi sul buio è la chiave di svolta dell'esistenza, la differenza tra il vivere coraggiosamente rischiando di vincere e il farsi sopraffare dalle paure mantenendo un'unica certezza, quella di non combattere.
Marta Lock

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